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Terremoto dell’Aquila del 2009, la solita vergogna italiana

Creato il 07 aprile 2015 da Mrinvest

Dopo sei anni dal terremoto dell’Aquila del 2009 ci troviamo di fronte ad una città fantasma, dove le promesse per la ricostruzione e la colpevole burocrazia aleggiano sulla memoria delle 309 vittime.

Terremoto dell'Aquila del 2009Alle 3,32 del 6 aprile 2009 una scossa di terremoto di magnitudo 6.3 sconvolse l’Abruzzo e distrusse, non solo L’Aquila, ma anche diversi paesi confinanti, tra i quali Fossa, Onna, Paganica, San Gregorio, Villa Sant’Angelo, solo per citarne alcuni.
La terra quella notte tremò in tutto l’Abruzzo e fu una botta talmente forte che si sentì benissimo anche nelle Regioni limitrofe, fino a Roma, Perugia e Ancona. Il bilancio fu pesante: 309 morti, più di 1.500 feriti, 65.000 sfollati, miliardi di danni.

Ancora oggi, dopo sei anni dal terremoto dell’Aquila del 2009, la città è ancora ferita, è un cantiere a cielo aperto, con palazzi e abitazioni inagibili, chiese semidistrutte, negozi chiusi. Dopo la tragedia è questa la normalità e la guardano attoniti i pochi turisti che l’hanno scelta per la loro gita di Pasquetta ed i pochi aquilani venuti a passeggiare nel centro storico.
E’ una città fantasma, lascia senza parole, c’è un silenzio che la rende irreale. I palazzi distrutti o puntellati nei vicoli deserti del centro storico e le macerie del terremoto di sei anni fa ancora per terra, destano solo indignazione e rabbia.

Fiaccolata in ricordo dei morti del terremoto dell’Aquila del 2009.

In concomitanza con la data del terremoto dell’Aquila del 2009, domenica sera circa diecimila persone hanno sfilato silenziosamente. Hanno percorso la loro Via Crucis nella domenica di Pasqua, con una fiaccola in mano e addosso la maglietta che grida rabbia per la sentenza che cinque mesi fa ha assolto sei dei sette componenti della Commissione Grandi Rischi. Erano stati condannati in primo grado perchè ritenuti colpevoli di aver rassicurato gli aquilani, inducendoli a non scappare da casa la notte del sisma. Al ricordo si unisce una nuova denuncia: “Il fatto non sussiste ma uccide”.

Terremoto dell’Aquila del 2009: sbloccati i fondi per la ricostruzione.

Per tentare di ricostruire L’Aquila i progetti ci sono e finalmente anche i soldi che sembra siano riusciti a sbloccare: 1,2 miliardi sono già disponibili, ma manca il personale per esaminare le pratiche, come avverte il sindaco Cialente. Si spera che questi soldi vengano utilizzati bene soprattutto per la rinascita della città.
Dopo anni di promesse, di problemi burocratici, di fondi bloccati, di processi e retoriche commemorazioni annuali da parte dei nostri governanti, sembra dunque che qualcosa si stia muovendo.

Con la ricostruzione, si dimostri rispetto, anche se in ritardo, per la memoria dei morti e per la dignità di tutte quelle persone rimaste senza casa e senza la propria città. E che si possano dimenticare le risate degli sciacalli imprenditori che facevano i conti dei futuri profitti prima che fossero contati i morti.


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